giovedì 15 marzo 2007

Il colloquio

Potrebbe essere il titolo di un film di quelli tipo "potevamo stupirvi con effetti speciali" perché in fondo questo colloquio è stato così.
Dopo aver passato l'intera mattinata a ripassare quelle quattro nozioni di inglese e di informatica che sapevo tentando di far luce su oscure sigle tipo OSI e MPLS e cercando un capo di abbigliamento adatto (la signorina dalla Scozia ha detto "Please dress pretty"!), alle 12,45 sono partita alla volta della sede romana della società informatica presso cui avevo fatto domanda di lavoro.
pensavo che avrei parlato con delle persone che stessero a Roma e invece... dopo aver preso un ascensore con le pareti di vetro ed essere salita al settimo piano di un palazzo, mi sono ritrovata in una sala riunioni aziendale, da sola, con un microfono, un maxischermo, una telecamera puntata su di me e due monitor laterali allo schermo.
Cosa dovevo fare? ma una videoconferenza!!!
In parole povere ho sostenuto il colloquio con delle persone distanti 2500 km!
Non vi dico lo stupore!
Insomma, con un po' di stupore e soggezione, il colloquio ha avuto inizio.
Che faticaccia! Già parlare inglese non è uno scherzo, capire poi l'inglese degli scozzesi ha quasi dell'impossibile!
Non so come ma sono riuscita a capirli abbastanza e credo di aver loro risposto in maniera abbastanza corretta. Solo una volta è corso in mio aiuto un italiano presente al colloquio visto che dopo tre tentativi da parte dei responsabili scozzesi e dopo due tentativi da parte sua io ancora non avevo capito (domanda lunga e articolata, giuro!).
Dopo 45 minuti di colloquio abbiamo finito con un "Le faremo sapere perchè dobbiamo selezionare ancora altra gente. Ci sono tre possibilità: la prendiamo subito, la prendiamo ma la posizione scelta per lei al momento non è disponibile e quindi la mettiamo in lista di attesa (vorrebbe dire qualche mese) oppure niente da fare, non è è stata ritenuta all'altezza"
Ecco, ora sono in attesa.
Vista la velocità e la serietà con cui si sono mossi, credo che si faranno davvero sentire e non spariranno nel nulla come tutte le altre aziende italiane da me contattate.
Parafrasando Chiambretti, comunque vada è stato un successo: ho visto un altro modo di lavorare, una serietà che qui in Italia non ho trovato, almeno finora.
In un anno e mezzo di ricerca di lavoro non si è mosso nulla, nessuno si è degnato di rispondere agli innumerevoli curricula che ho inviato. Le edicole sono addobbate da giornali che promettono migliaia di posti di lavoro... ma per chi? Chi è il fortunato che ha avuto l'onore di ricevere una risposta? Vorrei conoscerlo, giusto per il gusto di stringergli la mano :-)
Cerchiamo di prendere la situazione con ironia perché al momento noi aspiranti lavoratori la prendiamo in un altro posto =_=

2 commenti:

sacha catalano ha detto...

Sei stata grande...Davanti ad un monitor, parlare in inglese...sarei svenuto.
Per il dicorso serietà nel mondo del lavoro potrei narrarti infinite avventure ma desisto...
Dita sempre incrociate allora e a presto.

Manuela ha detto...

grazie ma...non ti credere che abbia capito tutto quello che dicevano: mi sono affidata a qualche parola acchiappata qua e là e ad osservare la loro gestualità.
dopo 45 minuti ero esausta: capire l0'inglese, cercare di parlare inglese...è stata davvero un'impresa titanica!

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