martedì 17 maggio 2011

Luce, diaframma e tempo di esposizione

Dopo l'acquisto della fotocamera reflex, e dopo aver preso confidenza con le sue funzione, arriva il momento in cui si vuole osare un po' di più e quindi nasce l'esigenza di cambiare obiettivo. Ma quale scegliere?
Se è la vostra prima reflex, sicuramente avrete acquistato il kit corpo macchina + teleobiettivo 18-55 mm o 28-80 mm (di solito sono queste le lunghezze focali dei kit). E' un buon obiettivo con cui cominciare ma dopo un po' si sente la mancanza di luminosità perché scattare con f/5.6 spesso e volentieri ci costringe a tempi di scatto lunghi e, dato che siamo pigri e non ci va di portare sempre dietro il cavalletto e perché scattare a mano libera è più "figo", allora è il caso di puntare ad obiettivi più luminosi.
Qualcuno si starà domandano che diamine io stia dicendo e quindi è il caso di spiegare un paio di cosette riguardo la lunghezza focale e l'apertura del diaframma. Spero di riuscire ad essere chiara nella spiegazione. Se avete dubbi, chiedete nei commenti: spero di essere in grado di rispondere ^_-

ISO, diaframma e tempo di esposizione
La materia prima del fotografo è la luce e infatti, come magari già saprete, il termine "fotografia" deriva dalle parole greche phos (luce) e graphis (segno, scrittura) quindi significa "scrivere con la luce".
La luce è caratterizzata da:
  • intensità, da cui dipende la luminosità (ad es. la luce di una candela emette una luce debole, poco intensa o luminosa; la luce di un faro emette una luce forte, molto intensa o luminosa);
  • lunghezza d'onda, o frequenza, da cui dipende il colore.
Come varia la luce durante il giorno
La quantità della luce che colpisce un soggetto varia secondo l'ora, le condizioni del tempo e altri elementi.
La corretta esposizione di una foto dipende dal livello di luminosità della scena inquadrata, cioè da quanta luce entra nell'obiettivo e per quanto tempo.


Gli ISO
Il valore ISO indica la sensibilità della pellicola alla luce. Per chi ha provato la fotografia analogica è un concetto ormai assimilato. Per chi ha conosciuto solo il digitale: un alto numero di ISO corrisponde una più alta sensibilità.
Esempio: se impostiamo la sensibilità a 1600 ISO verrà richiesta una minore quantità di luce; se impostiamo a 100 ISO avremo bisogno di una quantità di luce 16 volte superiore.

Il diaframma
Wikipedia recita:
un diaframma è un'apertura solitamente circolare o poligonale, incorporata nel barilotto dell'obiettivo, che ha il compito di controllare la quantità di luce che raggiunge la pellicola (in una fotocamera convenzionale) o i sensori (in una fotocamera digitale) nel tempo in cui l'otturatore resta aperto (tempo di esposizione)
Più il diaframma ha valori bassi, più l'apertura è larga e maggiore è la quantità di luce che colpisce il sensore (o la pellicola).
Le aperture classiche del diaframma sono:  f/1,4 f/1,8 f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 f/45 f/64

Con le moderne macchine digitali può capitare di scattare con un diaframma tipo f/6,3 ma diciamo che i fondamentali sono quelli sopra citati.
Il diaframma è fondamentale per la profondità di campo, ma di questo ne parlerò in un altro post.

Il tempo di esposizione
Il tempo di esposizione determina la durata dell'apertura della tendina dell'otturatore nel corpo macchina.
Più lungo è il tempo di esposizione, più luce arriverà ad impressionare la pellicola (o sensore).
I tempi sono indicati in frazioni di secondo. Se si scatta a mano libera è da preferire tempi di scatto molto rapidi, per evitare il micromosso ossia un difetto di nitidezza di una immagine dovuto o all'instabilità della fotocamera o al movimento dei soggetti inquadrati durante l'esposizione.
Una buona regola, per evitare questo problema, è quella di impostare un tempo di scatto pari all'incirca al "reciproco" della focale utilizzata: se utilizziamo un 100mm, il tempo di scatto di sicurezza è di circa 1/125 di secondo; se utilizziamo un'ottica da 300mm dovremo impostare un tempo di scatto pari a 1/250 e così via. Come si intuisce, maggiore sarà la focale, più breve sarà il tempo di esposizione.

Riassumendo:
Per capire meglio come si incastrano tempo e diaframma, immaginiamo di dover riempire un bicchiere con dell'acqua.
Il flusso dell'acqua è la luce, il tempo di apertura e chiusura del rubinetto corrisponderà al tempo di scatto e il riempimento del bicchiere sarà l'equivalente di una foto bene esposta.
Per riempire il bicchiere avrò 2 possibilità:

  1.  Apro molto il rubinetto e riduco il tempo necessario per il riempimento del bicchiere (diaframma aperto, tempo di scatto breve)
  2. Apro poco il rubinetto e quindi aumento il tempo di riempimento del bicchiere (diaframma chiuso, tempo di scatto lungo)
Se mantengo aperto troppo a lungo il rubinetto, l'acqua trasborderà (foto sovraesposta); se lo chiudo troppo presto, non riuscirò a riempire il bicchiere (foto sottoesposta).

Alla prossima puntata, in cui si parlerà di lunghezza focale e profondità di campo.

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